Cantieri
La Francia ci ripensa, meglio nazionalizzare STX France piuttosto che cedere la maggioranza a Fincantieri
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Tensione politica alle stelle tra Italia e Francia in merito al negoziato per il controllo dei cantieri di Saint Nazaire da parte di Fincantieri, con la vicinissima deadline del 29 luglio, in cui scade il diritto di prelazione dello Stato francese sulle quote di Stx. Quasi allo scadere dei termini, a Parigi ci ripensano e insistono per una revisione degli accordi finalizzati ad un controllo paritario dell’azionariato, una soluzione non appoggiata da Fincantieri che vede saltare gli impegni siglati con l’ex presidente francese François Hollande.

Il ministro dell’economia francese Bruno le Maire è stato chiaro: sarà esercitato il diritto di prelazione nel caso l’Italia non accettasse la divisione paritaria della compagine azionaria, giustificando la revisione degli accordi un passo essenziale per la salvaguardia dei posti di lavoro, delle competenze e dei territori nello strategico sito industriale di Saint Nazaire.

Dichiarazioni che vanno nella direzione completamente opposta alla strategia già annunciata di Fincantieri e a cui ha replicato fermamente il ministro dello Sviluppo economico italiano Carlo Calenda, ricordando che fu proprio il precedente governo francese a chiedere l’interesse di Fincantieri. «Fincantieri lo ha fatto con un progetto industriale solido che ha alcune condizioni fondamentali. Queste condizioni sono conosciute dal governo francese, dal precedente che ha firmato un accordo e dall’attuale: non abbiamo nessuna intenzione di andare avanti se queste condizioni non ci sono». Intervistato dal Tg1 il ministro ha ribadito ulteriormente la sua linea: «Dalla nostra posizione non ci muoviamo per ragioni di merito, ma anche di dignità e orgoglio nazionale».

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si è invece dimostrato moderatamente disponibile alla riapertura della trattativa. «Abbiamo dato la nostra disponibilità ad ascoltare le esigenze del nuovo Governo, ma non c’è nessun motivo per cui Fincantieri debba rinunciare alla maggioranza e al controllo della società francese», ha dichiarato il ministro.

Severissimo il commento del viceministro degli Affari Esteri, Mario Giro: «Mi sembra che i francesi si stiano avvitando su se stessi e che Macron ripeta gli stessi primi passi di Mitterand quando nazionalizzò tutto, per poi tornare indietro un anno dopo. Si tratta di un atteggiamento fuori tempo e senza prospettiva. Non vedo perché una impresa francese che prima apparteneva ai coreani non possa oggi essere italiana: forse è il caso che a Parigi si chiariscano le idee».

Durante la conference call per illustrare i risultati del primo semestre, l‘AD di Fincantieri, Giuseppe Bono, si è espresso nettamente sulla vicenda rimarcando che si tratta di un obiettivo industriale e non politico con il pieno sostegno del governo italiano. «Siamo italiani ed europei, non possiamo accettare di essere trattati meno dei coreani», ha dichiarato Bono, riferendosi al precedente azionista di maggioranza del sito di Saint Nazaire. «Siamo leader mondiali, abbiamo molte trattative in corso e un grande backlog. Ricordo che un cliente Stx, Msc Crociere è anche nostro cliente. Mi piace sottolineare che negli ultimi anni Fincantieri ha consegnato 50 navi da crociera contro le 12 di Saint Nazaire, e nel frattempo Stx France ha cambiato proprietà ben tre volte».
Bono ripone comunque la sua fiducia in un’intesa e la sua visione di un’integrazione tra le due società. «Siamo fiduciosi che l’accordo sarà raggiunto ma per noi resta la condizione che la combinazione delle due società possa creare ulteriormente valore. Per noi e per il governo su questo c’è impegno totale».

Intanto, sul sito Internet di Le Monde è stato scritto che Emmanuel Macron «ha scelto di nazionalizzare la società piuttosto che darne le chiavi a un azionariato italiano giudicato problematico».

Una vicenda che sembrava conclusa e che ora rischia di ridisegnare tutto lo scenario, proprio alla scadenza dei termini. Un complicato intreccio tra politica e finanza in cui emerge il desiderio del nuovo presidente di difendere l’orgoglio nazionale francese, probabilmente in maniera più convinta rispetto a quanto non aveva fatto Hollande. Anche a costo di nazionalizzare un’azienda, quindi facendola pagare ai cittadini francesi, anche senza un piano industriale convincente e che salvaguardi i posti di lavoro. Una nazionalizzazione che comunque dovrà avere carattere temporaneo, perché da Bruxelles giungerebbero sicuramente molte polemiche. Nel frattempo occorrerà trovare un altro compratore, che non sarà facile. In fondo Fincantieri era l’unica azienda che aveva avanzato una proposta economica al tribunale fallimentare di Seoul.

Fonti: Ansa, Rai News, Reuters, The Meditelegraph
Foto: Bernard Biger – STX France

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