Cruise Lifestyle

Le compagnie di crociere appartenenti a CLIA (Cruise Lines International Association) hanno volontariamente deciso di sospendere per 30 giorni, a partire da oggi 14 marzo, tutte le attività negli Stati Uniti. Una scelta che recepisce le indicazioni delle autorità sanitarie internazionali in maniera ancora più restrittiva e che segue a quanto già stabilito per altre zone del mondo, Italia e Mediterraneo compresi. Le navi attualmente impegnate in crociere nel Nord America e Caraibi faranno così immediato ritorno in porto per sbarcare subito in sicurezza i passeggeri.

Le compagnie, ponendo la salute e la sicurezza dei passeggeri e degli equipaggi al primo posto, di fronte all’emergenza legata al diffondersi del Coronavirus hanno adottato fin da gennaio una serie di misure molto restrittive, tra cui screening e controlli preventivi, divieto di imbarco per chi era transitato nelle zone a maggiore diffusione dell’epidemia o aveva avuto contatti a rischio.

La situazione attuale ha tuttavia richiesto l’adozione di misure ancora più incisive. Questo causerà inconvenienti e problemi a crocieristi che magari hanno atteso questa vacanza per anni. Ma questa circostanza senza precedenti impone decisioni immediate a tutela della salute dei viaggiatori e degli equipaggi, onde evitare danni peggiori.

Negli Stati Uniti il settore crocieristico conta 421 mila posti di lavoro e circa 53 miliardi di dollari di valore aggiunto. In Italia il fatturato complessivo è 13,2 miliardi di euro, ma grazie ad una catena del valore molto lunga, si generano complessivamente 30 miliardi ogni anno, 120 mila posti di lavoro, salari per 3,6 miliardi di euro e una spesa diretta di 5,4 miliardi di euro. Purtroppo il blocco delle attività avrà pesanti ricadute negative su famiglie e lavoratori. Ma non c’è dubbio che questa sia la cosa giusta da fare.