Gigayacht
Oceanco H3 premiato ai World Superyacht Awards nella categoria “Best Rebuilt Yacht”
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H3, megayacht varato nel 2000 e precedentemente conosciuto come Neom, Indian Empress e Al Mirqab, è stato premiato ai World Superyacht Awards 2024 nella categoria “Best Rebuilt Yacht“.

I World Superyacht Awards rappresentano uno tra i più importanti riconoscimenti del settore organizzati dal magazine internazionale Boat International, dove una giuria di armatori di grande esperienza premia le imbarcazioni che si sono distinte nel corso dell’anno precedente per caratteristiche tecniche e di stile, oltre che per la qualità costruttiva.

Realizzata da The A Group e Oceanco, la trasformazione di H3 è un’operazione che praticamente non ha precedenti per dimensioni e natura. L’obiettivo era quello di aggiornare uno yacht high-tech di 20 anni fa secondo i più elevati standard contemporanei in termini di tecnologia, sicurezza, capacità e sostenibilità, tra cui i rigorosi standard IMO Tier III.


Piscina

© Oceanco

Dal refit è uscito uno yacht pari al nuovo: lo specchio di poppa è stato ridisegnato, lo scafo risulta più efficiente, l’autonomia migliorata, l’equipaggiamento sostituito quasi del tutto. Sul piano dell’estetica non è stato eseguito solo un lifting, è stata data allo yacht un’identità completamente nuova.


Video Wall

© Oceanco

Con eccezione dello scafo che ha mantenuto gran parte del design originale, praticamente ogni altro elemento a bordo, sia tecnico che estetico, è stato completamente trasformato e modernizzato. Con una lunghezza fuori tutto di 105 metri, dieci in più rispetto al progetto originale, H3 presenta un profilo moderno, incluso il design della sovrastruttura che è stato completamente rinnovato, un progetto curato da Reymond Langton Design, che ha anche aggiornato gli interni.


Suite VIP

© Oceanco

Grazie alla nuova configurazione conforme alla normativa Tier III, il profilo ambientale di H3 risulta notevolmente migliorato, in particolare per quanto riguarda le emissioni di protossido di azoto, responsabili di gas serra, che sono state drasticamente ridotte. Con la riprogettazione si stima un impatto ambientale almeno il 60% inferiore. Inoltre, quando si utilizza un carburante alternativo, come l’HVO, l’impronta operativa si riduce ulteriormente grazie alle minori emissioni di CO2, inferiori di quasi il 90% rispetto al progetto originario.

A questi dati si sommano i benefici derivanti dal riciclo dell’acciaio e dell’alluminio, una scelta che ha consentito di risparmiare circa 2.000 tonnellate di carbonio. Complessivamente sono state rimosse 110 tonnellate di acciaio ed aggiunte 198 per l’allungamento.

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