Cantieri
Il Giappone abbandona la costruzione di navi da crociera
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    Il gruppo Mitsubishi Heavy Industries (MHI) ha annunciato che a causa delle forti perdite derivanti dalle difficoltà per la costruzione di due grandi navi da crociera, l’azienda non accetterà più ordini per questa tipologia di navi. La forza lavoro e la filiera indicano più appropriate navi passeggeri ro-ro dell’ordine delle 40000 tonnellate di stazza lorda.

    Le perdite che hanno affossato i conti del gruppo sono state generate dai ritardi delle commesse di AIDA Cruises. Le due navi ordinate dalla compagnia tedesca hanno portato ad una serie di complicazioni causate dalla complessità del progetto, dalle difficoltà per reperire i materiali e da piccoli incendi.
    La costruzione di AIDAprima era iniziata nel 2013 ed è stata consegnata soltanto lo scorso 14 marzo, con un anno di ritardo e tre rinvii, costando al cantiere una penale da 1,7 miliardi di dollari, a fronte di un valore nave di 650 milioni.
    L’unità gemella AIDAperla doveva essere consegnata all’inizio del 2016 e sarà pronta per la primavera del prossimo anno.

    A causa della pessima gestione dell’attività cantieristica, nell’ultimo anno fiscale MHI ha registrato una perdita straordinaria di 240 miliardi di yen (oltre 2,1 miliardi di euro), facendo precipitare i profitti del colosso giapponese del 42,2% a 63,8 miliardi di yen (circa 563 milioni di euro).
    Anche l’ultima trimestrale è stata negativa, archiviata con una perdita netta di 12,1 miliardi di yen (circa 107 milioni di euro), su cui ha influito la crisi della valuta ed investimenti con capitale proprio. L’azienda rimane comunque finanziariamente solida.

    MHI si attende di compensare la perdita degli ordini del comparto crociere con quella di navi per il trasporto di LNG, di cui il Giappone costituisce il più grande importatore del mondo, sebbene nel 2016 non abbia ancora ricevuto nessun ordine. Attualmente il cantiere ha ordini per 36 unità, soprattutto navi per il trasporto di LNG.
    E’ inoltre allo studio la separazione dal gruppo delle attività di design navale.
    Sono state poi avviate trattative per formare un’alleanza con Imabari, Oshima e Namura, tutti quanti costruttori navali giapponesi. MHI e Imabari hanno già formato una joint venture nel 2013 per il mercato delle navi per il trasporto di LNG.

    Attualmente la quasi totalità delle navi da crociera viene costruita in Europa. Fincantieri, Meyer Werft, Meyer Turku e STX France detengono circa il 92% del portafoglio ordini globale.
    L’unico ordine che non è stato piazzato in un cantiere del Vecchio Continente riguarda due navi da 133500 tonnellate con l’opzione di altre due che Carnival Corporation ha affidato a Shanghai Waigaoqiao Shipbuilding, appartenente al gruppo China State Shipbuilding Corporation, con cui Fincantieri sta avviando una joint venture finalizzata allo sviluppo e alla crescita dell’industria crocieristica cinese.
    E’ difficile prevedere se la Cina, anche avvalendosi del know-how di Fincantieri riuscirà ad avere  successo nella costruzione di navi da crociera. Il Giappone, paese avanzato per le sfide dell’industria si è tirato indietro nel business della costruzione di navi da crociera. Anche la Corea del Sud sta facendo lo stesso, con l’ex colosso della navalmeccanica STX, oggi in amministrazione controllata e alla disperata ricerca di liquidità, che sta cercando di dismettere STX France.

    Fonte: IHS Fairplay
    Foto: tellalie [CC BY 2.1]

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