Superyacht
Francesco Rogantin e i segreti dell’architettura navale dei 50 metri Tankoa S501, una delle serie più vendute del proprio segmento
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Itabus

Diretto da Francesco Rogantin, lo studio NAMES (Naval Architecture Marine Engineering Studio) si è occupato dell’ottimizzazione dell’architettura navale di tutti e cinque gli scafi della serie S501 varati finora dal cantiere italiano Tankoa Yachts e di quelli attualmente in costruzione. Il rapporto tra lo studio e Tankoa Yachts non si ferma comunque qui: la collaborazione, infatti, continua anche con il T450 disegnato da Giorgio Cassetta e il progetto full-custom 58 metri disegnato da Francesco Paszkowski. 

Nell’arco di cinque anni, il cantiere genovese Tankoa ha consegnato quattro unità della serie 50 metri progettata da Francesco Paszkowski: Vertige, Bintador, Olokun e Kinda. Di queste, Bintador e Kinda possono vantare una propulsione ibrida. Nello scorso mese di ottobre è stato inoltre varato un nuovo scafo da 50 metri che verrà consegnato nei prossimi mesi; un sesto scafo on spec sarà poi disponibile per la consegna nel 2024, confermando questa serie come una di quelle che ha riscosso il maggior successo a livello mondiale nella sua categoria. 


Olokun

© BlueiProd

«Il briefing per la serie S501 prevedeva la costruzione di uno yacht in alluminio sotto i 500 GT con uno scafo efficiente sia a velocità dislocanti standard che a velocità superiori» spiega Francesco Rogantin. «La sfida principale è stata proprio quella di rimanere al di sotto dei 500 GT; per fare questo, si è lavorato molto sia sui pesi della barca che sui volumi dell’opera viva. Inoltre, sono state apportate modifiche al layout iniziale che hanno interessato anche l’architettura navale». 

Il progetto Tankoa S501 ha riscosso un grande successo, non solo per la qualità progettuale e costruttiva del cantiere, ma anche per la resa e l’efficienza dello scafo, che consente di navigare a velocità economiche con un consumo di carburante inferiore a quello dei principali concorrenti sul mercato. D’altra parte, la stessa forma dello scafo garantisce prestazioni di tutto rispetto in termini di velocità massima, che supera i 18 nodi con motori relativamente piccoli, per un totale di 3.000 CV. 

«Abbiamo ottimizzato le linee della carena e le appendici con la CFD, ma abbiamo anche testato il modello in vasca fino a 28 nodi» continua Rogantin. «In effetti, ogni nuova costruzione della serie è stata sottoposta a prove in vasca per poter verificare le piccole modifiche progettuali apportate a prua e a poppa. A differenza di molti cantieri, Tankoa ci ha sempre incoraggiato ad apportare miglioramenti incrementali in termini di prestazioni, efficienza e comfort».  

Per esempio, NAMES ha dedicato molto tempo alla ricerca della forma della prua, in modo da ottimizzare l’ingresso in acqua e limitando al massimo l’onda di prua. Altri perfezionamenti hanno riguardato la timoneria e gli stabilizzatori. In origine entrambi erano idraulici, mentre ora vengono utilizzati i sistemi elettrici di Opem Sistemi e MCM. 

«Come primo yacht ibrido di Tankoa, Bintador ha rappresentato una sfida perché la diversa disposizione dei macchinari e delle attrezzature influisce sulla distribuzione dei pesi e quindi sull’assetto dello scafo» spiega ancora Rogantin. «Siamo stati molto soddisfatti del risultato perché l’armatore ha preso in consegna lo yacht e ha trascorso un anno quasi ininterrottamente a bordo». 


Bintador

© Tankoa Yachts

«Dopo l’esperienza con Bintador, abbiamo elaborato sul secondo scafo ibrido Kinda un sistema differente sviluppato in collaborazione con Siemens, che ha richiesto la modifica delle strutture dei serbatoi per creare spazi sicuri per il banco di batterie. Il peso aggiuntivo nella parte inferiore dello scafo migliora la stabilità, ma l’ottimizzazione dell’assetto è un processo piuttosto delicato». 


Kinda

© Renzo Chelazzi

«Attualmente abbiamo un accordo in corso con Tankoa per fornire il supporto tecnico completo – architettura navale, distribuzione dei pesi, prestazioni, ingegneria e così via – per tutti i loro nuovi progetti, compresi i progetti custom che i clienti potrebbero richiedere».  

Fonte: Sand People Communication per NAMES

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